"Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione"
AMICI MIEI atto I

domenica 18 novembre 2007

Lo Staka_Momento...

dello Staka_Marco

Le ragioni dell'emigrante

Cari lettori,
dopo la parentesi Pasolini, permettetemi di presentare un veloce ricordo anche nei confronti del maestro del giornalismo Enzo Biagi...
Dicevo, dopo queste parentesi un po' tristi voglio proporvi un tema che personalmente trovo assai sentimentale.
Leggo e sento troppo spesso in giro una sorta di rifiuto del paese, la voglia di fuggire verso le città, la tristezza di quelle persone che dopo fantastiche esperienze all'estero, soffrono una sorta di malinconia nel rivedere la propria terra natia...
Sinceramente non lo capisco.
Personalmente mi ritengo un fortunato, nel senso che ho girato e visto molti luoghi: la romantica e gotica Metz (Francia), la dura Germania (Francoforte), quel freddo ma elegante Lussemburgo, Madrid, Londra, e per l'Italia Napoli, Milano, Bologna...per farla breve la cosa più bella di tutto il viaggio sapete cos'era?
Il ritorno.
Le verdi montagne che anticipano la nostra conca Peligna, il nostro Morrone, san Cosimo...boh ragazzi chiamatemi pazzo, vecchio, come vi pare, ma io amo tornare, stare e frequentare la mia Pratola, anche se non c'è niente, mi basta anche quell'oretta con gli amici al bar...
Io sento l'attaccamento alla mia terra, con questo non dico che in futuro sceglierei di lavorare o vivere altrove, la vita è la vita, ed è piena di sorprese, ma sento che anche se per ragioni di lavoro mi trovassi fuori tornerei sempre qui, perchè amo Pratola Peligna, amo lo schifo delle strade, amo le pettegole del luogo, e amo la noia pratolana.
Penso siano questi i sentimenti che spingano un emigrante a tornare, e ad essere profondamente legato alle sue radici...su ragazzi, chi è che non ricorda con piacere i primi calci al pallone all'oratorio? Le prime uscite con gli amici nascosti fra i tanti vicoli del paese? Il primo bacio...
Per concludere sono oramai sei anni che faccio su e giù col treno da Pescara, e ogni volta che tornando ammiro le "mie" montagne ho sempre la stessa faccia stupita, ammirata e contenta...

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Provo le tue stesse sensazioni, mi sento molto vicina a ciò che scrivi ed è sul serio bello leggere che c’è ancora tra noi giovani chi ama i nostri paesaggi unici, le tradizioni dei nostri paesi .. e riconosce la fortuna che abbiamo di vivere in questa Regione incantevole!

Anonimo ha detto...

Forse tu non lo sai... ma quando sono stato in Polonia ed in Slovacchia ho mostrato ai miei amici europei una serie di foto dei paesi dell'Abruzzo, in particolare della nostra provincia e dei parchi, ovviamente c'era anche Pratola. Nel momento in cui mi sono trovato lì a dire "questo è il mio paese! " ho provato (2 volte) una sensazione di estrema soddisfazione, anche se le foto mostravano solo il lato migliore...
Ed ora mi piacerebbe molto poter mostrare dal vivo il mio paese ai miei amici europei, inutile dire che anche loro vorrebbero venire.
Ciò che bisogna fare penso sia proprio questo, girare girare il più possibile MA portando il proprio paese nel cuore.

radiostaka@gmail.com ha detto...

StakaMarco,
intanto bravo ad aver ricordato Biagi e una parola;
tra le tante cose, una mi ha lasciato in particolare: si può dire
un pensiero, a voce bassa e lenta, per ultimi, ma di forza e profondità
senza pari. Grazie per aver avuto la possibilità e il privilegio di ascoltarlo.
Del posto dove si cresce non ci si dimentica e non lo si critica, ma di questo ognuno porta con sè
cose belle e cose meno che glielo fanno ricordare. Questo ci influenza nei giudizi.
P.S.Ma a Pratola, cosa c'è di bello da osservare???????? Scherzo scemo.......
StakaBoz

Anonimo ha detto...

Bello questo post! E concordo, per una volta, anche con sara! Vorrei aggiungere a questo quadro un ricordo più "costiero". Avete mai percorso il vecchio tracciato della ferrovia adriatica da Ortona, San Vito in giù? Praticamente a pochi metri dal mare e con i trabocchi ovunque..io l'ho percorsa all'alba mentre partivo per il Salento! Indimenticabile!

Anonimo ha detto...

Caro Marco lo feci anche io quel tratto, una volta partimmo noi armata brancaleone guidati dal generale Piero Rovigatti alla volta di Fossacesia, e n'altra andai pè na spedizione punitiva presso S.Vito...che bella costa!
Lo Staka_Marco

Anonimo ha detto...

caro Marco (o preferisci esser chiamato PRATOLANO!!!),
o preferisci Ulisse.....eh sì perchè Omero,nell'Odissea,utilizza l'espediente Ulisse per trattare (anche)il tema del "ritorno"....La sua Itaca....la sua casa....la sua donna....ma facciamo un breve passo in dietro:Non esiste ritorno se non vi è prima una partenza e se non si parla prima di essa come fai,o mio ULISSE (non che mi voglia sostituire ad Omero!!!!!!!)a far capire cio che provi,agli altri,nei tuoi "Ritorni pratolani"?
PARTENZA...(facciamoci aiutare da Omero...)....Ulisse,nel nostro caso Marco,parte perchè deve....la guerra contro Troia,le nuove conquiste...insomma stiamo parlando "del nuovo"...della scoperta...DELLA CONOSCENZA....cioè il nostro Ulisse deve partire...il mondo è da vedere,da imparare,da conquistare... (e caro marco dimmi:"non è giusto forse tutto ciò?non è bellissimo,andare,vedere,osservare e capire...la diversità...il nuovo..?")....ma il nostro "nessuno" (anche qui Omero non usa un nome a cazzo...."ulisse-nessuno",datosi che ha ancora molto da scoprire....non sapeva ancora cosa fosse un ciclope,figurateve!!),a causa della sua voglia inarrestabile di conoscenza viene punito dagli dei......il Viaggio infinito....ed ecco che Ulisse prova il sentimento della "privazione"...la privazione della terra natia,della terra che lo ha formato,che gli ha dato un'IDENTITA'....lontani coloro che osano pensare che l'identità sia solo il nome o solo un cognome!!!!.....noi siamo tutti Ulisse,ma ULISSE di ITACA...perchè è nelle nostre ITACA che abbiamo una storia,un passato,delle strade percorse,delle genti da abracciare e anche da piangere...
Questo è quello che fà un pò anche Foscolo nella sua poesia "A ZACINTO"..Zante..(Foscolo esiliato)...NE PIU' MAI TOCCHERO' LE SACRE SPONDE OVE IL MIO CORPO FANCIULLETTO GIACQUE,ZACINTO MIA,CHE TE SPECCHI NEL GRECO MAR.....(vedi il concetto della privazione di un passato..il corpo fanciulletto...e Foscolo stesso cita Ulisse nella poesia...vada a legger chi lo desidera o ha curiosità!!!!!)....ma anche il grande Pablo Neruda...anche lui esiliato...privato del passato....privato in parte dell'identità...
Datosi che però,noi non siamo esiliati...perchè dopo la partenza....dopo la scoperta....non tornare alle origini...è bello TORNARE...è bello il RITORNO....solo con una partenza si apprezza il ritorno...solo con la scoperta si capisce,vi è conoscenza....NON SI VEDE CIO' CHE NON SI CONOSCE!!!!
Dunque in conclusione,caro il mio Marco-Ulisse-Nessuno,il viaggio è necessario per la conoscenza e per la testa,il ritorno fa bene soprattutto al cuore.....(e sono necessarie entrambe)..
Ulisse....ti esorto dunque a non lasciarti andare troppo al cuore...(altrimenti la testa?)....ma esorto anche tutti coloro che avvolte sostengono l'inutilità dei nostri monti,a lasciare un pò più spazio alla loro IDENTITà,al loro cuore...perchè si sà:AL CUOR NON SI COMANDA!!!!
Insomma ragazzi se Ulisse prova piacre nel ritorno,perchè non partire e dunque poi tornare???

P.S.partenza o ritorno??? anche questa voltà la verità è nel mezzo (non politico a ragà...nun me fate incazza!!!)...come dicevano i latini : MESOCRITES!!!!!!!!!!!!!!!

lo stakatrippetta

Anonimo ha detto...

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque.

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

lo stakissssssimo ugo foscolo

Anonimo ha detto...

Grazie mr tripp...
Lo Staka_Marco...

Anonimo ha detto...

anche a me capita una cosa del genere quando sono sulla via del ritorno da sulmona.In particolare nei pressi del depuratore posso risentire gli odori della mia terra.

Anonimo ha detto...

Immaginate vivere a 20.000km di distanza e poi ritornare, prendere il treno che da Roma porta verso Pescara, e guardare attraverso il finestrino del treno le infinite meraviglie del panorama abruzzese. Guardando attraverso le valli e le montagne della Maiella che accarezzano i paesaggi, si rimane stupefatti. Ritrovarsi tra le pettegole e la noia ha qualcosa di magico. Allora Perche'si parte? Boh!!!!